Le smagliature, nelle generazioni precedenti la nostra, insorgevano nella donna in concomitanza con la prima gravidanza, ed erano localizzate in zone ristrette del corpo: cosce, addome e seno, durante la fase dell’allattamento. Oggi le cose sono cambiate, infatti, è dimostrato che le generazioni attuali presentano quest’inestetismo in età giovane, in alcuni casi già con lo sviluppo (13/14 anni), e subiscono un aumento durante il periodo della gravidanza, inoltre, le strie hanno coinvolto anche la sfera maschile. Un dato per farvi comprendere l’entità del problema, pare che a soffrire di quest’inestetismo in Italia siano oltre 26 milioni di persone.
Cosa sappiamo delle strie o smagliature?
La definizione scientifica le identifica come “striae atrophicae” termine coniato dal Prof. Roderer nel 1773. Nel 1867 ad approfondire l’argomento ci pensò il Prof. Koestner che ne analizzò anche l’evoluzione strutturale, sottolineando la tipica atrofia, quindi il minore spessore del tessuto cutaneo smagliato. Nel 1932 gli studi del Prof. Cushing permise una fondamentale comprensione dei loro processi di formazione. Dopo un periodo di silenzio, da una quindicina d’anni, le smagliature sono rientrate nell’interesse scientifico dove sono state proposte diverse soluzioni come laser, peeling microabrasioni chimiche o meccaniche, oltre ad infiltrazioni di sostanze di nutrizione.
Per quanto riguarda la smagliatura circolano informazioni non perfettamente rispondenti a verità, come l’affermazione che indica le strie, come “un tessuto ormai morto”, questo non è vero. Si tratta invece di un tessuto che ha perso alcune sue caratteristiche, e che, a causa di una serie d’alterazioni, si è ridotto di spessore, e la sua struttura si è irrigidita, trasformando il tessuto stesso in fibroso e cicatriziale, ma in ogni modo un tessuto che mantiene una vitalità.
Altra convinzione diffusa è quella che individua, nella dilatazione e nello stiramento della struttura cutanea a causa di aumento di peso o della massa muscolare, la comparsa delle smagliature.
Questa è solo una parte di verità, poiché le variazioni di dimensione e l’aumento del peso, probabilmente non bastano da sole a smagliare la pelle. Le smagliature avvengono in concomitanza di alterazioni ormonali, in grado di rendere meno stabili il collagene (elemento portante della pelle) e l’elastina. Non a caso durante il periodo della gravidanza e con la comparsa della prima mestruazione, si possono manifestare le prime smagliature; ma anche con l’assunzione di alcuni farmaci che alterano il metabolismo o la sensibilità insulinica.
Le alterazioni del collagene, tipiche dell’insorgenza delle smagliature, portano ad un primo periodo di infiammazione durante il quale la stria si presenta di colore rosso e in alcuni casi rialzata.
Con il tempo, il colore rosso della flogosi, perde di intensità fino ad assumere un colore sempre più chiaro rispetto alla cute (sana) circostante. Contemporaneamente la smagliatura inizia ad introflettersi, lo spessore della cute si riduce e si delinea il solco più rigido che generalmente la caratterizza. Questo processo degenerativo richiede in media un paio di anni, in seguito il solco si presenta sempre più evidente e di colore opaco. Sino ad oggi si è sempre pensato, e creduto, che a tale processo non ci fosse rimedio.
Se si potesse assistere al consolidamento della smagliatura dall’interno della pelle, potremo notare coma la prima fase si accompagna ad una fase di rigenerazione spontanea della pelle striata, comunque non sufficiente ad impedirne la degenerazione. In seguito, la pelle, senza il sostegno del collagene, tende a formare il solco e di conseguenza, proprio sotto il solco i capillari che portano sangue in superficie sono compressi riducendone la portata. Il colore bianco che appare con il tempo è una diretta conseguenza della minor affluenza di sangue verso gli strati superficiali della cute.
Questa riduzione di sangue comporta in egual misura una riduzione di apporto di ossigeno, diminuito il quale tutti i fenomeni di rigenerazione della pelle sono rallentati, portando progressivamente a riduzione dello spessore cutaneo ed al consolidamento del solco della smagliatura.
I prodotti migliori per una corretta prevenzione sono i cosmetici elasticizzanti per il corpo. Ci associamo poi un’alimentazione ricca di cibi ad alto contenuto di vitamina C e di proteine vegetali e animali.
Questo specialmente se si nota una scarsa elasticità cutanea, se ci si sottopone a una dieta o se si è in dolce attesa.
Inoltre quando si decide di affrontare una dieta è utile mantenere elastica la pelle che può risentire della variazione di volume.
(fonte: Conoscere ed eliminare le smagliature – Biodermogenesi – Expo Italia ).
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